obiettivi che si vogliono raggiungere per la filiera biodiesel sono:

Le specie da biodiesel (colza e girasole) rappresentano colture da inserire negli ordinamenti produttivi del nostro paese in alternativa alle tradizionali piante alimentari (cereali, ecc.) che forniscono prodotti di difficile collocamento ( eccedentari).
Il colza è specie che si adatta bene anche a terreni di tipo marginale e nelle aree interne del Centro e del Meridione può rappresentare una importante alternativa colturale ai cereali coltivati in monosuccessione. Può svolgere, inoltre, una attività di cover crop, adatta a ridurre i fenomeni di lisciviazione del terreno nel periodo invernale, quando si hanno le massime precipitazioni idriche. Una maggiore valorizzazione di questa oleaginosa può essere favorita dal miglioramento di alcuni caratteri (contenuto in olio del seme, indeiscenza delle silique, tolleranza ai nematodi, resistenza all'allettamento) che fino adesso ne hanno penalizzato le rese.
Il girasole è originario dell'America Centro-Meridionale. L'introduzione nel nostro continente è avvenuta a partire dal 1500, ma ha assunto il ruolo di vera e propria coltura oleifera solo dopo il 1700; conosciuta come tradizionale pianta per uso alimentare, si presta ottimamente pure a destinazioni non- food. Sono conosciuti alcuni genotipi (pochi, fmo adesso) con modificato profilo di acidi grassi (contenuto di acido oleico> di 80%) adatti a taluni impieghi industriali (combustione diretta per produzione di energia termica oppure additivo di gasolio di derivazione fossile per auto trazione)

La produzione industriale di biodiesel è stata avviata nel 1992 e vede oggi 8 impianti autorizzati per una capacità produttiva dell'ordine di 500.000-600.000 t/anno. In realtà però la produzione effettiva non arriva a coprire le 125.000 t/anno. Alcuni impianti industriali presentano caratteristiche tecnologiche e gestionali ottimali, altri, invece, necessitano di verifiche e, presumibilmente, di un ulteriore processo di innovazione, sia per rispondere alle accresciute esigenze di standardizzazione, sia per ottimizzare i processi di lavorazione in funzione del possibile impiego di materie prime diversificate.
In Europa operano 17 impianti per la produzione di biodiesel. Il processo di produzione prevede la spremitura dei semi, con ottenimento di olio vegetale e panello (destinato all'industria mangimistica). L'olio sottoposto a reazione di transesterificazione porta alla formazione di biodiesel e glicerina.

  1. Nuovi sistemi di produzione di colza a caratteristiche tecnologiche migliorate - il colza è pianta multiuso che produce olio per diversi impieghi. Si punterà alla selezione di cultivar indifferenti alla vernalizzazione, perciò adatte alle semine autunnali nei comprensori meridionali; le competenze agronomiche del Progetto dovranno identificare la migliore epoca di semina (che garantisca la sopravvivenza delle piante durante l'inverno e l'anticipo della raccolta), nonché gli itinerari colturali adatti ai contesti ambientali (difesa dalle malerbe, etc.).
    Il breeding è orientato ad esaltare l'adattabilità di questa specie alle aree marginali e la stabilità di produzione anche mediante introgressione di caratteri utili (resistenza alla deiscenza delle silique) da Brassica carinata.
    La maggiore resistenza agli stress (biotici ed abiotici) e la migliore qualità dell'olio concorrono ad elevare le rese ed a rendere più conveniente la coltivazione di questa pianta; ciò in un contesto di ottimizzazione dei bilanci energetici e di riduzione degli input chimici;
  2. Nuovi sistemi di produzione di girasole a caratteristiche tecnologiche migliorate - il breeding è indirizzato alla sintesi di ibridi alto oleico adatti a diversi areali elianticoli; in particolare, la selezione è orientata al miglioramento dell'adattamento dei nuovi genotipi a condizioni di low input sia del suolo (limitazioni di risorse idriche e di fertilità chimica, salinità, etc.) che dell'ambiente (stress biotici e abiotici).
    Infatti, l'associazione del carattere alto oleico con maggiore resistenza al secco e precocità di fioritura conferisce ai nuovi materiali caratteristiche agronomiche superiori e adattabilità ad areali caratterizzati da limitate disponibilità idriche e temperature molto elevate durante la fecondazione e la fase di riempimento degli acheni (come quelli dell'Italia centro-meridionale tradizionalmente votati all'elianticoltura);
  3. Ottenimento di processi di filiera sostenibili - il presente obiettivo sarà condotto in parallelo ai due obiettivi precedenti, anche se temporalmente successivo ad essi. La modalità di svolgimento prevede un'azione di controllo a feedback sui nuovi sistemi di produzione identificati ed in via di sperimentazione

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