biodiesel: progetto EUREKA



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Un progetto EUREKA è riuscito ad adattare i motori delle auto in modo che resistano agli effetti corrosivi dei biocarburanti, rinnovando così la fiducia dei consumatori nei confronti di questa alternativa ecologica. Il Sud America sembra essere il mercato più promettente.

Una fondamentale iniziativa di ricerca europea

EQUIMOTOR PLUS è stato avviato tramite E!SURF, l’organizzazione madre di EUREKA per la ricerca applicata su materiali e nanotecnologie. EUREKA è un’iniziativa di R&S europea che riunisce 39 paesi più l’UE, per un totale di 40 membri. Insieme, promuovono la ricerca e l’innovazione internazionale orientata al mercato sostenendo progetti transfrontalieri che coinvolgono piccole e grandi imprese, università e istituti di ricerca.
Per ulteriori informazioni:
EUREKA:
Università, piccole imprese e grandi attori dei settori dell'energia e dei trasporti appartenenti a cinque paesi europei hanno unito le forze dando vita a un consorzio con l'obiettivo di superare un importante ostacolo tecnologico all’economia basata sull’energia verde. Il progetto EQUIMOTOR PLUS, della durata di tre anni e finanziato con un investimento di 2,23 milioni di euro, ha ridisegnato i motori delle auto in modo che possano resistere agli effetti corrosivi dei biocarburanti.
L’innovazione non ha comportato un'alterazione della struttura fondamentale del motore, ma piuttosto una modifica della «rifinitura» di ciascun componente. I ricercatori hanno infatti sostituito i rivestimenti standard con alternative più robuste che riducono l’attrito e l'usura nei motori alimentati a biocarburanti.
I biocarburanti sono realizzati a partire da materie vegetali che assorbono naturalmente la CO2. Il problema è che contengono grandi quantità di ossigeno e acqua, elementi corrosivi per i motori: l’industria dei trasporti ha ovviato a questa situazione miscelando i biocarburanti con carburante normale per ridurre gli effetti al minimo.
Tuttavia, i carburanti ibridi, come l’E10, una miscela di 10 % di bioetanolo e 90 % di benzina, hanno visto diminuire la propria popolarità perché un numero sempre maggiore di consumatori teme che possano danneggiare le auto. In Germania, un paese tradizionalmente all’avanguardia nell’impiego delle energie rinnovabili, i sondaggi dimostrano come quasi tre quarti degli automobilisti evitino il bioetanolo proprio per questo motivo.
Il nodo della questione è l’accettazione e l’uso di una delle poche alternative praticabili al petrolio, che ancora oggi alimenta il 96 % dei trasporti globali. La possibilità che questa dipendenza si riduca a poco più della metà entro il 2050, come previsto nello scenario climatico più ottimistico dell'Agenzia internazionale dell'energia, dipende in larga parte dalla diffusione dei biocarburanti.
EQUIMOTOR PLUS elimina il problema di verificare e mantenere la qualità del carburante lungo tutta la catena di distribuzione, offrendo così rassicurazioni ai consumatori. «Il risultato è una nuova generazione di motori non solo adatti ai biocarburanti, ma anche meno rumorosi e più longevi», afferma la dott.ssa Amaya Igartua, responsabile del progetto e senior scientist presso Tekniker-IK4, istituto di ricerca situato nei Paesi Baschi.
Benché l’Europa non sembri essere ancora pronta per l’introduzione di questa nuova tecnologia, un partner industriale è interessato a venderla a paesi come Brasile e Venezuela, dove i consumatori considerano invece i biocarburanti una soluzione praticabile. Inoltre, i risultati possono essere sfruttati anche per l'impiego di metano e biomasse, a loro volta ostacolati dai problemi di corrosione.

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