BIOCARBURANTI
BIOCARBURANTI
Con biocarburante si intende un carburante liquido o gassoso utilizzato nei trasporti,
ottenuto generalmente da biomasse; peraltro, esistono anche altri carburanti, diversi
dai biocarburanti, originati da fonti energetiche rinnovabili differenti dalle biomasse.
I biocarburanti, nell‟intero ciclo di vita, ovvero dalla raccolta della materia prima, la
biomassa, fino al consumo nei veicoli, consentono di avere una ridotta emissione di anidride
carbonica (CO
2) rispetto ai carburanti di origine fossile; un ulteriore vantaggio
dell‟uso dei biocarburanti è legato alle loro migliori proprietà ambientali di biodegrad
abilità
e bassa tossicità. Nella scelta tra tutti i biocarburanti definiti tali a livello europeo,
in Italia si propende principalmente, attraverso precise disposizioni normative, ad impiegare
il bioetanolo, il biodiesel, il bio-ETBE e il bioidrogeno; questi vengono analizzati
specificatamente di seguito.
Il bioetanolo è un alcool (etilico) ottenuto mediante un processo di fermentazione di
diversi prodotti agricoli ricchi di carboidrati e zuccheri quali i cereali (mais, sorgo, frumento,
orzo), le colture zuccherine (bietola e canna da zucchero), frutta, patata e vinacce
o in alternativa ottenuto da biomasse di tipo cellulosico, cioè dalla gran parte dei
prodotti o sottoprodotti delle coltivazioni (in questo caso viene definito bioetanolo di
seconda generazione).
Il processo di produzione del bioetanolo genera, a seconda della materia prima agricola
utilizzata, diversi sottoprodotti con valenza economica, destinabili a seconda dei casi
alla mangimistica, alla cogenerazione, o riutilizzati all‟interno del processo stesso. In
Italia le colture utilizzabili per la produzione in massa di bio-etanolo sono il mais, la
barbabietola da zucchero e il frumento; a tali prodotti corrisponde un numero ampio di
catene produttive, che si diversificano nella fase successiva di raffinazione della bio
massa
sia per l‟utilizzo del calore di processo in impianti convenzionali o combinati, sia
soprattutto per l‟impiego dei sottoprodotti in differenti settori di uso finale. La catena
produttiva da canna da zucchero, molto diffusa in Brasile, sarebbe da preferire alle altre,
ma non è praticabile alle nostre latitudini.
L‟etanolo ha un potere calorifico inferiore (PCI) di 27 MJ/kg (valore di riferimento ind
icato
nell‟Allegato III “Contenuto energetico dei carburanti per autotrazione” della D
irettiva
2009/28/CE) rispetto ai 43 MJ/kg circa della benzina, e una densità di 794
kg/m
3 contro i circa 750 kg/m3 della benzina. I consumi volumetrici sono più alti in relazione
al minor contenuto energetico, anche se tale effetto è parzialmente attenuato
da una migliore combustione del carburante biologico, conseguente al suo maggior
numero ottanico. Le miscele vengono indicate con una E seguita da un numero che indica
la percentuale in volume del biocarburante.
L‟ETBE (etil
-ter-butil-etere) è ottenuto dalla reazione degli alcoli etilico (etanolo) e isobutilico
e viene utilizzato come additivo antidetonante nei motori a benzina; l‟isobutano
può provenire dai processi di cracking petrolifero o dal gas butano o naturale, di cui
l‟Italia ha già una certa disponibilità; ino
ltre gli impianti di produzione e distribuzione
dell‟ETBE necessitano solamente di lievi modifiche nel convertire quelli già esistenti per
l‟MTBE, l‟analogo prodotto con metanolo di origine fossile, finora maggiormente utili
zzato.
L‟ETBE possiede un elevat
o numero di ottano, ha un potere calorifico inferiore più
alto rispetto all‟etanolo, pari a 36 MJ/kg, e una densità di 750 kg/m
3 come la benzina.
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