BIODIESEL DA MICROALGHE


BIODIESEL DA MICROALGHE

Le microalghe appaiono le biomasse più promettenti tra quelle
sfruttabili a fini energetici:
ƒnon impattano sul mercato dei prodotti alimentari
ƒnon necessitano di terreno agricolo
ƒpossono crescere su correnti di acque reflue consentendo la loro
depurazione (rimozione di nutrienti e anche di sostanze organiche solute)
ƒpresentano rese di produzione di oli vegetali convertibili in carburanti per
motori diesel sensibilmente più alte di altre specie vegetali
ƒcontrariamente alle coltivazioni agricole e forestali, consentono l’utilizzo
delle più recenti innovazioni tecnologiche normalmente impiegate per il
controllo dei processi biotecnologici(dosaggio delle fonti di carbonio,
dosaggio dei nutrienti, controllo dei principali parametri di processo,
monitoraggio delle specie in fase di crescita, etc.).

Le microalghe contengono sia lipidi e carboidrati,convertibili in combustibili
per autotrazione, sia sostanze di pregioquali carotenoidi ed acidi grassi
polinsaturi. Attualmente sono coltivate per fornire questi prodotti ai mercati
nutrizionale, della farmaceutica e della cosmesi.
Per passare da settori contraddistinti da basse capacità (migliaia di tonnellate
per anno) e alto pregio (prezzi dell’ordine delle migliaia di dollari per chilo) al
settore energeticoche presenta elevati volumi (milioni di tonnellate per
anno) e prezzi notevolmente più bassi (centinaia di dollari per tonnellata) sono
richiesti intensi sforzi di ricerca finalizzati a:
ƒsviluppare sistemi di coltivazione ad alta efficienza fotosintetica e capacità
produttiva, stabili ed economici
ƒusare correnti di anidride carbonica e acque reflue provenienti da
stabilimenti industriali
ƒsviluppare procedure per l’estrazione delle frazioni convertibili in biodiesel e
valorizzare, preferibilmente a fini energetici, il materiale residuo.
Il progetto Eni è stato svolto in laboratorio
(selezione ceppi; messa a punto delle condizioni di coltivazione) e su scala
bench(testing di un sistema costituito da tre open pondsdi 2,5 m2
cadauna e due fotoreattori tubolari della stessa superficie), sia su flue gasda caldaie di riscaldamento domestico che da impianti della raffineria di Gela.
Visti i promettenti risultanti ottenuti (disponibilità di specie algali capaci di
crescere su flue gas dall’impianto Texaco della raffineria di Gela e su correnti
acquose provenienti dall’impianto di trattamento acque industriali di questa
raffineria, capacità produttive promettenti, etc.) è stato deciso il passaggio
della sperimentazione su scala più grandein modo da ottenere campioni di
biomasse significativi da utilizzare per le successive operazioni di estrazione
dell’olio vegetale e testare nuovi ceppi e condizioni di coltivazione capaci
innalzare il contenuto lipidico.

L’impianto pilota è stato progettato da Saipem e costruito a Gela ed è stato
avviato a fine 2009.
BIODIESEL DA MICROALGHE
Laboratorio per la coltivazione di microalghe
impianto pilota da un ettaro in esercizio a Gela

Parallelamente alla ricerca sulla coltivazione, sono state svolte attività
finalizzate all’ottenimento di materiale lipidico convertibile in
biocarburanticapaci di sostituire il diesel fossile.
Sono state individuate e brevettate procedure che si basano sia sull’impiego di
solventi sia su trattamento termico.
I dati ottenuti hanno consentito di elaborare la progettazione di un impianto
ora in fase di realizzazione, a valle di quello di coltivazione da un ettaro a
Gela.
Figura 3. Microalga Emiliana Huxleyi al microscopio.

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