Nuovo processo per il trattamento di acque di vegetazione di frantoi oleari BioDiesel100



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La produzione dell'olio di olivo inquina.

TRATTAMENTO DELLE ACQUE DI VEGETAZIONE DA FRANTOI OLEARI.

Tutti sanno delle benefiche proprietà dell'olio d'oliva, ma non tutti sanno di quanto inquinante sia per l'ambiente il processo di produzione, PARLIAMO delle acque di vegetazione di risulta che inquinano.

Le acque di vegetazione
Si tratta di acque contenute già nelle olive, unite ad acqua potabile aggiunta in lavorazione, almeno nel caso di ciclo continuo di estrazione dell'olio.
Apparentemente quanto di più innocuo sia immaginabile. In realtà il carico inquinante delle acque di vegetazione è notevole.

Un refluo civile ha un COD (consumo chimico di ossigeno) medio compreso tra i 250 e i 1000 mg/l. Le acque di vegetazione tra 40000 e 220000 mg/l.
I contenuti di alcuni elementi minerali nelle acque di vegetazione, in particolare azoto ammoniacale e fosforo totale, rispettivamente circa 1200 mg/l e 700 mg/l, le fanno considerare un buon ammendante ma anche un problema, se rapportate con i contenuti di un refluo civile, rispettivamente circa 12-50 mg/l e 4-15 mg/l.
Molto elevato anche il BOD (consumo biologico di ossigeno) delle acque di vegetazione, da 230000 a 90000 mg/l, contro i 110-400 mg/l di un refluo civile, in virtù sopratutto del contenuto di polifenoli, 300-7500 mg/l.
Le acque di vegetazione sono dunque inquinanti e l'utilizzo agronomico, ai sensi della legge 574/1996 e del DM 6 luglio 2005, presenta comunque criticità in ragione del rispetto del dosaggio e delle tempistiche, col serio rischio che i frantoiani siano fuorilegge in caso di inverni ad alta piovosità, ma anche per aspetti puramente agronomici, come il possibile abbassamento del pH del suolo, la lentezza dei processi di biodegradazione del refluo, il rischio di contaminazione delle falde, in particolare da azoto ammoniacale. A seguito di tali criticità vi è un elevato rischio ambientale, dovuto anche al possibile ruscellamento delle acque di vegetazione, e agli alti costi di smaltimento, poco più di 2 euro al quintale.
Perseverare con lo spandimento in campo delle acque di vegetazione, in particolare sui nostri terreni collinari e montani, che caratterizzano gran parte della nostra olivicoltura del centro-nord, può risultare quindi deleterio nel medio-lungo periodo.
Un problema non da poco visto che il processo estrattivo oleario, se confrontato con altri processi agroalimentari, produce una gran quantità di sottoprodotti. Da 100 kg di olive si producono, su un impianto a due fasi e mezzo, 18 kg di olio, 50 kg di sansa e 60 kg di acque di vegetazione. 
La filiera olivicola-olearia ha insomma da gestire, ogni campagna olearia, circa 3 milioni di tonnellate di sottoprodotti, di cui la metà è rappresentata da acque di vegetazione.
Uno dei possibili obiettivi è quindi adottare una tecnologia, semplice ed economica, che consenta, almeno a parità di costi, di poter abbattere il carico inquinante delle acque di vegetazione, permettendo lo scarico in corpo idrico superficiale, in fognatura con un carico inquinante decisamente abbattuto  sotto i limiti per lo smaltimento.
Una composizione tipica delle acque reflue del frantoio è mostrata nella seguente Tabella 1, mentre la Tabella 2 mostra i valori di alcuni importanti parametri chimico-biologici.
Tabella 1. Composizione OMWW tipica.
Sostanze organiche (%)3-16
Sostanze azotate (%)1,2-2,4
Zuccheri (%)1-8
Minerali (%)0,5-1,4
Polifenoli totali (%)0,34-1,13
N (%)0,5-1,5
P (%)0,03-0,11
K (%)0,27-0,72
Circa (%)0,012-0,075
Mg (%)0,01-0,04
N / A (%),004-,09
Solidi totali (%)4,5-17,4
Tabella 2. Alcuni parametri chimico-biologici di OMWW
pH4-6
Conduttività elettrica a 25 ° C (mS / cm)8-20
COD (mg O 2 / L)40000-195000
BOD 5 (mg O 2 / L)35000-100000
La produzione e le caratteristiche delle acque reflue del frantoio sono direttamente collegate alla produzione di olive da olio e alle loro caratteristiche, nonché al processo estrattivo utilizzato. Generalmente, per 100 kg di olive, si ottengono 70-110 kg di acque reflue di frantoio.
Le acque reflue del frantoio sono caratterizzate da un colore che può variare dal verde al marrone scuro, a seconda delle condizioni di conservazione durante le quali avvengono i vari processi di fermentazione, e sono caratterizzate da un odore tipico, piuttosto intenso, simile a quello del frutto di nocciolo da cui derivano.
Il valore del pH, in genere tra 4-6, è determinato dal contenuto di acidi organici come acido malico, citrico, tartarico, succinico e ossalico. Queste oscillazioni del pH sono attribuibili alla varietà, al periodo di maturazione e alla durata di conservazione delle olive, mentre in generale il pH è scarsamente influenzato dal sistema di estrazione selezionato.
A causa del suo altissimo potenziale inquinante, è quindi chiaro che le acque reflue del frantoio sono oggi rifiuti da smaltire. 

 


Sulla base di una serie di valutazioni sui nuovi sistemi di trattamento ad ora disponibili, ci risulta che la maggior parte sia complica/complessa  o molto onerosa, rendendo tali sistemi poco appetibili ed adottabili per la maggior parte dei frantoi oleari,  quindi ci siamo orientati nel trovare  una soluzione di trattamento semplice e poco costosa al fine di poter accedere con tale sistema a molteplici  realtà di scala ed economie, dando modo di regolarizzarsi ai più, portando  "l’acqua in uscita dall’impianto del processo produttivo a valori assimilabili a quelli delle acque reflue urbane e perciò smaltibile in fognatura" , evitando spargiementi sui terreni non controllate e ridurre notevolmente l'impatto ambientale ed abbatere nella quasi totalità  l'ecotossicita  ed il potere antimicrobico  delle acque e " l’eutrofizzazione causata dallo sversamento e l’utilizzo di risorse non rinnovabili".
- L’eutrofizzazione, che si riduce drasticamente dal 99,7% al 2,3%. Questo fenomeno, conseguente all’eccessivo apporto di sostanze nutrienti (per lo più composti azotati e fosfatici) nelle acque, viene notevolmente ridotto dal momento in cui lo sversamento di acqua con basso potere inquinante e BOD5 avviene in fognatura.

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